martedì 3 febbraio 2015

Google Earth Pro è gratis per tutti

Google Earth Pro dal 30 gennaio è gratuito. Fino a ieri costava 399 dollari l'anno, adesso chi vuole acquisire video e immagini in alta risoluzione, stampare progetti e fare la misurazione di edifici in tre dimensioni può farlo gratuitamente.
Google Earth Pro
Google Earth Pro
Per beneficiare della novità basta scaricare il software da questo indirizzo, previa registrazione. Si riceverà via mail un codice di attivazione gratuito da inserire al primo avvio. Ci sono dei limiti di configurazione per poter usare il servizio: i requisiti minimi sono Windows XP o successivo, CPU Pentium 3 da 500 MHz, 512 MB di memoria RAM, 500 MB di spazio libero sul disco fisso e scheda grafica DirectX9 con funzionalità 3D e 64 MB di VRAM. Per i Mac i requisiti hardware sono gli stessi e il sistema operativo deve essere almeno Mac OS X 10.6 o successivo.
Gli utenti – per lo più aziende, scienziati, scuole e professionisti - che avevano già sottoscritto un abbonamento a Google Earth Pro non dovranno più pagare il rinnovo e potranno continuare a usare il servizio con la chiave di cui sono già in possesso.
Google Earth Pro
Google Earth Pro
Stafford Marquardt, Product Manager di Google Earth Pro, nel post ufficiale sul blog di Google Maps scrive che "negli ultimi 10 anni le imprese, scienziati e appassionati di tutto il mondo hanno utilizzato Google Earth Pro per tutto, dalla pianificazione di escursioni al montaggio di pannelli solari sui tetti. Google Earth Pro offre la facilità d'uso e le immagini dettagliate di Google Earth, insieme a strumenti avanzati che consentono di misurare edifici in 3D, stampare immagini ad alta risoluzione per presentazioni o report e registrare filmati HD dei vostri voli virtuali di tutto il mondo". Oggi tutto questo è gratuito. Vi interessa?

Raspberry Pi 2 sei volte più potente allo stesso prezzo

La Fondazione Raspberry ha annunciato la disponibilità del nuovo Raspberry Pi 2, evoluzione potenziata del mini computer economico di cui abbiamo parlato molte volte in passato. La prima buona notizia è che il prezzo resta invariato a 35 dollari - la stessa quotazione del Raspberry Pi modello B+, rispetto al quale però offre prestazioni maggiori.
Raspberry Pi 2
Raspberry Pi 2
Il SoC originario da 700 MHz (che poteva essere overcloccato) infatti è stato rimpiazzato da un chip quad-core Broadcom BCM2836 a 900 MHz affiancato da 1 GB di RAM. Secondo le fonti ufficiali questa novità dovrebbe consentire prestazioni "almeno 6 volte superiori" a quelle del modello B +.
Distinguere i due modelli a occhio nudo non è semplice perché le schede hanno la stessa dimensione e gli stessi connettori, cambiano SoC e memoria. Il BCM2835 presente in tutti i precedenti Raspberry infatti offre una GPU Broadcom VideoCore IV e un core ARM11 76JZF-S a 700MHz. Il system-on-chip è affiancato da 256 o 512 MB di memoria RAM a seconda delle versioni. Il nuovo BCM2836 invece è un quad core ARMv7 Cortex-A7 affiancato da 1 GB di RAM (e identica GPU).
Chip Broadcom
Chip Broadcom
Il Raspberry Pi 2 non prende il posto del Raspberry Pi precedente, che resta disponibile. Eben Upton, numero uno della Fondazione Raspberry, spiega infatti che a seguito dell'annuncio del modello B+ sono stati venduti "qualcosa come 60 o 70.000 modelli B perché, ad esempio, i clienti industriali hanno preferito continuare a usare il modello base già collaudato".
Upton è convinto che lo stesso accadrà per il B+ una volta disponibile il Pi 2; insomma la richiesta è tale e talmente segmentata che c'è spazio per tutti i modelli, tant'è vero che "il mix di produzione prevista per quest'anno sarà per l'80 percento di modelli Pi 2, e per il 20 percento di modelli Pi B +.
I Raspberry Pi 2 saranno disponibili presso i rivenditori consueti, con una disponibilità di 100.000 unità fin da subito: un numero che probabilmente non basterà per soddisfare le richieste. Ne è cosciente Upton, che spiega: "se è così popolare come credo che sarà, sono sicuro che ci sarà un po' di coda per averlo, ma non sarà certo un'attesa di sei mesi come quella del 2012".
Raspberry Pi Model B+ (B Plus 512MB) Raspberry Pi Model B+ (B Plus 512MB)
€ 28,90Acquista
Raspberry Pi B+ Ultimate Starter Kit Raspberry Pi B+ Ultimate Starter Kit
€ 59,99Acquista
Raspberry Pi Model B+ complete starter Kit Raspberry Pi Model B+ complete starter Kit
€ 49,99Acquista
Per la cronaca resteranno in circolazione anche i Raspberry A+ ultra economici, e la Fondazione al momento non ha in previsione l'annuncio di una versione 2 di questo modello.
L'ultima novità sul mini computer riguarda Windows 10. Sarà la stessa Microsoft a occuparsi del suo sviluppo attraverso il programma per gli sviluppatori di Windows per IoT (Internet of Things), che avranno diritto ad avere gratis la piattaforma di sviluppo. Il colosso di Redmond promette che la versione per Raspberry Pi di Windows 10 sarà disponibile "entro la fine dell'anno" e offrirà ai maker le stesse possibilità della scheda di Galileo di Intel.

VCast per registrare i programmi TV su cloud, via browser

VCast è un videoregistratore basato su tecnologia cloud. Tutto qui. Spesso le piccole rivoluzioni tecnologiche possono essere sintetizzate in poche e semplici parole. "Ti ricordi il tuo vecchio videoregistratore VHS con cui programmavi le registrazioni di tutto quello che c'era in TV?", si legge sul sito ufficiale italiano.
"Ecco, il VideoCloudRecorder (VCR) di Vcast è proprio quello: un'applicazione in cloud che ti consente di registrare i tuoi programmi preferiti quando vanno in onda sui canali del digitale terrestre per poterli guardare con calma quando hai tempo".
Prima di tutto è bene sapere che esiste una versione gratuita, ma in fase di iscrizione online al servizio (basta la mail) si potrà godere di 15 giorni di servizio Premium+.
VCast
Si parlava di "registrazione": il palinsesto comprendere tutti i canali televisivi più famosi in chiaro del digitale terrestre. Quindi Rai, Mediaset, MTV, Cielo, Iris, Boing, DMax, Focus e in futuro TopCrime, Feltrinelli, eccetera. Sono partiti con 26 canali ma a breve diventeranno poco meno di una cinquantina.
Ovviamente funziona tutto via browser PC ed è sufficiente seguire la guida online per scegliere i programmi televisivi da registrare e archiviarli sul proprio spazio Google Drive o Microsoft OneDrive. VCast è ancora in Beta, quindi in fase di affinamento, ma tutto sembra già funzionare adeguatamente.
Palinsesto VCast
Palinsesto VCast
Le proprie registrazioni sono accessibili "al massimo entro qualche ora dall'orario" della messa in onda. "Il formato attualmente è .MP4 e la qualità è normalmente a 576p per i primi 15 giorni degli abbonamenti Free che poi passa a 420. Gli abbonamenti Premium hanno la risoluzione a 576p sempre mentre i Premium+ sono a 720p per i canali in HD e 576p per quelli in SD", spiega la nota.

Tariffe
"Successivamente sarà possibile scegliere tra alcuni altri formati ed impostare anche una qualità video inferiore per ottimizzare la dimensione dei files".
Dopodiché per la riproduzione basta accedere ai propri servizi di cloud di Google o Microsoft e avviare gli specifici file. La fruizione quindi è possibile via PC, tablet o smartphone. Non manca anche la possibilità di usare il proprio televisore a patto di affidarsi a una chiavetta USB per trasferire la propria registrazione dal PC.
"Infine, se possiedi una SMART TV, una Apple TV, un Media Player o un dispositivo tipo Chromecast, puoi ovviamente visualizzare i tuoi video direttamente sul TV dal PC o dai tuoi dispositivi mobili", si legge nelle FAQ del sito.
Le versioni Free, Premium e Premium+ costano rispettivamente zero (sono presenti solo due banner pubblicitari), 3,99 e 4,99 euro al mese. A pagamento si può disporre di una risoluzione più alta, eventuali registrazioni contemporanee e HD, l'archiviazione in formato MKV, più servizi cloud associabili, eccetera.
Alcune opzioni Vcast
Alcune opzioni Vcast
VCast è un servizio legale? Senza dubbio sì, anche se una piattaforma analoga come CableVision negli Stati Uniti è stata duramente contestata dai 20th Century Fox, Universal Studios e Walt Disney. Nel 2008 però la giustizia federale ha riconosciuto ai "remote storage digital video recorder" pieno rispetto delle leggi.
VCast fa riferimento a una società londinese, ma è figlia dell'esperienza maturata con Faucet VPR – scomparso alla fine degli anni 2000.